Nel panorama industriale, il Piano Transizione 5.0 è una significativa evoluzione del Piano Transizione 4.0. La misura, varata ad agosto 2024 dal Consiglio dei Ministri, incentiva la Trasformazione Digitale e la sostenibilità delle aziende italiane, ponendo un accento sempre maggiore sulla sinergia tra uomo e macchina, piuttosto che esclusivamente sulle tecnologie.

Il Governo incoraggia le PMI a integrare soluzioni di efficienza energetica, fonti  rinnovabili e pratiche di economia circolare, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. Siamo nel pieno della Quinta Rivoluzione Industriale, durante la quale incentivi, agevolazioni fiscali e finanziamenti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) saranno il motore dell’ambiziosa conversione del settore industriale italiano verso un futuro più sostenibile e tecnologicamente avanzato.

In questo articolo analizzeremo le misure previste dal Piano Transizione 5.0 e le modalità di accesso ai finanziamenti per le imprese che intendono convertirsi alla digitalizzazione. Non mancherà una panoramica sui vantaggi in termini di risparmio energetico, aumento della competitività e maggior sostenibilità.

 

Piano Transizione 5.0: cos’è e cosa prevede?

Il Piano Transizione 5.0 è stato progettato per sostenere gli investimenti per la digitalizzazione e la transizione green delle imprese. Il programma è finanziato con i fondi del PNRR e del Repower EU (Piano Energetico Europeo) per un totale di 6,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono 6,4 miliardi già previsti dalla Legge di Bilancio.

Il decreto ha l’obiettivo di sostenere la transizione 5.0 delle PMI, attraverso la concessione di un credito di imposta. Una tipologia di agevolazione dedicata a tutte le aziende che tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 sosterranno investimenti finanziari relativi all’acquisto di:

  • beni digitali, ovvero beni strumentali materiali 4.0 e beni strumentali immateriali 4.0. I fondi finanziano l’acquisto di software, sistemi, piattaforme o applicazioni per ottimizzare l’intelligenza degli impianti, utili per garantire il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata. Le agevolazioni potranno finanziare anche software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai primi citati.
  • beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti energetiche rinnovabili, ad esclusione delle biomasse. Questi strumenti consentono alle imprese di ridurre la dipendenza dalle fonti tradizionali, abbattendo i costi e aumentando la sostenibilità dei processi produttivi. Rientrano in questa categoria anche gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta, i quali permettono una gestione più efficiente e flessibile delle risorse energetiche.
  • formazione del personale: 630 milioni di euro in credito d’imposta sono destinati alle spese per l’acquisizione di nuove competenze in tecnologie digitali. Le spese non potranno superare i 300 mila euro a richiedente. L’erogazione del servizio dovrà avvenire da soggetti terzi, individuati dal decreto attuativo del MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy).

Elemento determinante ai fini dell’accesso ai finanziamenti è la variazione del credito d’imposta, che cambia in base all’entità dell’investimento:

  • 35% del costo (per investimenti fino a 2,5 milioni di euro)
  • 15% del costo (per investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro)
  • 5% del costo (per investimenti superiori ai 10 milioni di euro, fino a un massimo di 50 milioni di euro).

 

Dal Piano Industria 4.0 al Piano Transizione 5.0: una panoramica

Nel 2017, il Piano Nazionale Industria 4.0 aveva l’obiettivo di incrementare la produttività del sistema industriale italiano, promuovendo la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere. Il piano si concentrava sulla modernizzazione del parco macchine industriale, ormai obsoleto, e mirava a realizzare questo rinnovamento entro il triennio 2017-2020. Alla fine del 2017, il Governo ha avviato una seconda fase del progetto, dando vita al Piano Nazionale Impresa 4.0. La misura si proponeva di estendere l’iniziativa a tutti i settori economici, non limitandosi più al solo comparto manifatturiero, e di favorire la trasformazione digitale delle PMI.

Nel 2020 viene introdotto il Piano Transizione 4.0, segnando un’importante evoluzione del programma. Questo piano ha previsto una revisione profonda di alcune misure e ha aggiunto incentivi specifici per l’innovazione sostenibile, concentrandosi maggiormente sulle tecnologie a basso impatto ambientale.

Negli ultimi due anni gli incentivi hanno beneficiato di un ulteriore potenziamento grazie ai fondi del PNRR, che ha disposto lo stanziamento di risorse finanziarie specifiche per sostenere la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese. Infine, la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto un graduale ridimensionamento delle aliquote incentivanti del Piano 4.0, ponendo le basi per il Piano Transizione 5.0, finanziato con le risorse di REPower EU.

 

Transizione 4.0 e Transizione 5.0: l’evoluzione del settore industriale

Prima di analizzare le differenze di queste due misure, è fondamentale e necessario fare una premessa. Transizione 5.0 non rappresenta una sostituzione o un annullamento di Transizione 4.0: i due piani sono correttamente in vigore, corrono su binari paralleli e le imprese possono beneficiare di entrambe. 

La differenza è soprattutto a livello concettuale. Nel “passaggio” dal Piano Transizione 4.0 al Piano Transizione 5.0, le misure di legge  si sono adeguate all’evoluzione del moderno settore industriale. A cambiare è il concetto di impresa. L’Impresa 4.0 punta a migliorare l’efficienza e la produttività del processo produttivo attraverso l’uso di Tecnologie Abilitanti come robotica e automazione avanzata, Big Data Analytics, Cloud Computing, Intelligenza Artificiale e Digital Twin. L’obiettivo di sviluppo è quello di integrare asset interni e soggetti esterni in una logica di filiera mediante l’interconnessione di dispositivi e sensori intelligenti.

L’Impresa 5.0 va oltre: essa non si limita all’uso delle tecnologie 4.0 per raggiungere tali obiettivi, ma le applica nel rispetto delle persone e dell’ambiente, affrontando anche sfide geopolitiche e catastrofi naturali. Il progresso tecnologico diventa così uno strumento per creare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale.

 

Piano Transizione 5.0 e credito d’imposta: quali sono i beneficiari?

Il Piano Transizione 5.0 è rivolto a tutte le imprese che, nel biennio 2024-2025, decideranno di investire in nuove strutture produttive o in progetti innovativi finalizzati a una significativa riduzione dei consumi energetici. L’obiettivo è  accelerare la digitalizzazione e la trasformazione green delle industrie italiane, attraverso incentivi fiscali che supportano l’adozione di tecnologie all’avanguardia e soluzioni sostenibili.

Il credito d’imposta, introdotto per stimolare questi investimenti, è accessibile a prescindere dalla dimensione dell’impresa, dal regime fiscale adottato o dal settore di attività. Le agevolazioni, infatti, sono destinate a tutte le imprese residenti in Italia, così come alle stabili organizzazioni presenti all’interno dei confini nazionali. Questo rende il Piano inclusivo e accessibile sia alle piccole e medie imprese che alle grandi realtà industriali. 

Per beneficiare dei vantaggi fiscali, le imprese dovranno realizzare investimenti che rispettino precisi requisiti: i progetti di investimento dovranno avere un impatto concreto sulla sostenibilità energetica, determinando una riduzione dei consumi energetici almeno del 3% per le nuove strutture produttive e del 5% per i processi produttivi che vengono migliorati o trasformati.

 

Come si accede ai finanziamenti?

Per richiedere il credito d’imposta, le PMI devono inviare telematicamente una descrizione dettagliata del progetto di investimento, accompagnata dalla documentazione fornita da un valutatore indipendente. La procedura si svolge tramite la piattaforma gestita dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), che mette a disposizione un modello standardizzato per la presentazione della richiesta. Nello specifico, è necessario presentare la descrizione del progetto, insieme alla documentazione attestante la riduzione dei consumi energetici, ottenibile grazie agli investimenti per i beni indicati nel bando.

Le imprese sono, inoltre, tenute a fornire al GSE aggiornamenti periodici sullo stato di avanzamento dei lavori e, una volta completati, la certificazione di effettiva realizzazione degli investimenti. Entrambe le certificazioni, sia quella preliminare, che quella finale, dovranno essere rilasciate da soggetti qualificati. I principali sono:

  • Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) accreditati secondo la norma UNI CEI 11339
  • Energy Service Company (ESCo) accreditate secondo la norma UNI CEI 11352.

Per le PMI, le spese sostenute per ottenere le certificazioni saranno riconosciute come incremento del credito d’imposta, fino a un massimo di 10.000 euro.

Per le imprese non soggette per legge alla revisione legale dei conti, invece, le spese per la certificazione della documentazione contabile saranno riconosciute come aumento del credito d’imposta, fino a un massimo di 5.000 euro.

 

Piano Transizione 5.0: i vantaggi per le aziende

dipendenti in ufficio con computer

La Transizione 5.0 è una grande opportunità per le PMI  in quanto migliora la competitività sul mercato e l’efficienza produttiva. Rinnovare e potenziare i processi di produzione attraverso l’adozione di tecnologie avanzate significa avviare un percorso di innovazione e crescita senza precedenti, contribuendo alla creazione di un’economia più sostenibile e resiliente. Adottare le tecnologie abilitanti, rispettando un approccio che valorizzi la collaborazione uomo-macchina comporta diversi vantaggi:

  • Personalizzazione estrema: l’Industria 5.0 permette alle aziende di rispondere in maniera flessibile e veloce alle esigenze specifiche dei clienti e del mercato, garantendo prodotti personalizzati su larga scala. 

Grazie all’Intelligenza Artificiale, alla Robotica collaborativa e alla creatività umana, le imprese diventano più flessibili. Ciò non solo accresce la soddisfazione del cliente, il quale acquista prodotti progettati su misura, ma apre nuove opportunità di mercato, permettendo loro di distinguersi per la capacità di offrire soluzioni uniche.

  • Riduzione dei costi e aumento della produttività: l’Industria 5.0 combina l’automazione intelligente con l’intervento umano nei processi decisionali più complessi. Le attività ripetitive e meccaniche sono automatizzate, mentre gli esseri umani sono impiegati in ruoli percettivi e strategici, dove la creatività e la capacità decisionale aggiungono valore. 

Questo modello permette una riduzione dei costi operativi, eliminando sprechi e inefficienze, favorendo un aumento della produttività. La sinergia uomo-macchina permette di sfruttare al meglio le risorse tecnologiche, migliorando i tempi di produzione e la qualità del prodotto finale.

  • Sostenibilità integrata ed economia circolare: scegliere di rinnovare la propria azienda convertendosi al digitale significa scegliere un futuro più sostenibile, integrando principi di sostenibilità e economia circolare nei processi produttivi. 

L’uso di energie rinnovabili, la riduzione degli sprechi e la riutilizzazione dei materiali diventano parte integrante delle operazioni aziendali. Questo approccio sostenibile migliora la brand reputation agli occhi dei consumatori, ormai sempre più attenti a questi temi, rappresentando un vantaggio competitivo differenziante. 

Anche il modello della economia circolare trova piena applicazione nell’Industria 5.0, attraverso il riutilizzo, la riparazione e il riciclo di materiali per prolungare il ciclo di vita dei prodotti. Ottimizzare il consumo di risorse come acqua, gas e corrente non solo riduce i costi ma contribuisce a un modello produttivo più efficiente e rispettoso dell’ambiente.

 

BI-REX: partner delle PMI per affrontare la sfida della Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 è l’architrave della politica industriale italiana e consentirà alle imprese italiane di innovarsi e vincere la duplice sfida della transizione digitale e green. Per questo la misura è finalizzata sia agli investimenti in beni strumentali che alla formazione dei lavoratori: le tecnologie e le competenze saranno il fattore che farà la differenza per il Made in Italy.

BI-REX è uno degli otto Competence Center nazionali, istituiti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per guidare le imprese italiane verso la Digital Transformation. Nel quadro del Piano Transizione 4.0 prima e 5.0 dopo e in qualità di soggetto attuatore del PNRR, il Competence Center può aiutare le imprese su entrambe le misure, offrendo alle PMI diversi servizi, tra cui quelli di consulenza e orientamento, incluso l’accesso a finanziamenti di due tipologie: fundraising pubblici (bandi di finanza agevolata e agevolazioni fiscali) e/o privati (capitale di rischio).

Credito d’imposta e Piano Transizione 5.0 sono due degli strumenti finanziari che BI-REX intercetta e utilizza a supporto dei progetti di innovazione, ricerca, sviluppo e digitalizzazione di tutte le imprese che scelgono di affidarsi al suo qualificato team. Supportiamo la tua azienda nel percorso di ottenimento delle agevolazioni fiscali del Piano Transizione 5.0 e delle misure del Piano Transizione 4.0. Prepara il tuo business a un futuro più competitivo e produttivo, contattaci per una consulenza personalizzata.