Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un fattore determinante per la competitività delle imprese: una leva reputazionale e un criterio strategico per guidare investimenti, innovazione e governance. In questo contesto, l’analisi di materialità (o materiality assessment) rappresenta uno strumento essenziale per identificare i temi più rilevanti in ambito ESG (environment, social e governance, i tre pilastri della sostenibilità per l’Unione Europea) e orientare le decisioni aziendali verso obiettivi concreti e misurabili. Attraverso la definizione di priorità condivise con gli stakeholder e l’adozione di framework riconosciuti a livello internazionale, le imprese possono strutturare strategie più trasparenti, efficaci e allineate alle aspettative del mercato.
In questo articolo approfondiremo cos’è l’analisi di materialità, come funziona la matrice di materialità, quali sono gli standard di riferimento e perché il coinvolgimento degli stakeholder è cruciale per trasformare i principi della sostenibilità in valore competitivo e duraturo.
Che cos’è l’analisi di materialità?
L’analisi di materialità rappresenta un passaggio strategico fondamentale per tutte le imprese che vogliono integrare la sostenibilità nella propria governance e nella pianificazione di lungo periodo. Si tratta di un processo strutturato che permette di individuare i temi ESG più significativi sia dal punto di vista aziendale sia da quello degli stakeholder, diventando così la base per orientare strategie, obiettivi e comunicazione.
Non si tratta di un semplice esercizio di conformità normativa: il materiality assessment, infatti, consente all’azienda di allineare le priorità operative con le aspettative di clienti, investitori, dipendenti e comunità, promuovendo modelli di business più resilienti e orientati al valore.
Secondo la Direttiva Europea CSRD (2022/2464), questo processo deve essere interpretato attraverso la lente della doppia materialità (double materiality), che combina due prospettive:
- materialità d’impatto (impact materiality): approccio inside-out, che valuta gli effetti positivi o negativi, reali o potenziali, che l’impresa genera sulle persone e sull’ambiente, considerando non solo le proprie attività ma l’intera catena del valore
- materialità finanziaria (financial materiality): approccio outside-in, che analizza come le questioni ambientali e sociali possano generare rischi o opportunità capaci di influenzare le performance economiche, la solidità patrimoniale, i flussi finanziari o il costo del capitale.
Il risultato concreto di questo percorso è la matrice di materialità, una rappresentazione grafica che mette in relazione i temi prioritari per l’azienda e per gli stakeholder, garantendo una visione chiara e condivisa delle aree su cui concentrare strategie e investimenti.
La matrice di materialità: un quadro visivo per orientare strategia e sostenibilità
La matrice è lo strumento visivo che sintetizza il percorso di analisi condotto dall’impresa insieme ai propri stakeholder, trasformando un processo complesso in una rappresentazione chiara delle priorità ESG. Attraverso questa matrice, le aziende possono mettere a confronto le questioni considerate più rilevanti per l’organizzazione con quelle ritenute prioritarie dagli stakeholder, generando così un quadro condiviso che guida strategie e rendicontazione.
Gli assi principali della matrice riflettono due dimensioni: da un lato l’importanza per l’azienda, ossia l’impatto di determinati temi sulle performance economiche, finanziarie e operative; dall’altro l’importanza per gli stakeholder, che include aspettative, richieste e sensibilità di clienti, investitori, dipendenti e comunità.
All’interno della matrice trovano spazio temi tipici come la transizione energetica, la gestione delle risorse naturali, l’inclusione sociale o le pratiche di governance, ciascuno valutato in base alla sua rilevanza strategica e al potenziale impatto sul lungo periodo.
I benefici di questo approccio sono molteplici: la matrice di materialità diventa un supporto alle decisioni strategiche, aiutando le imprese a:
- concentrare risorse e investimenti su ciò che conta davvero;
- favorire il miglioramento della trasparenza, rafforzando la fiducia di stakeholder e mercati.
Questo strumento rappresenta una guida alla rendicontazione, poiché i temi materiali individuati costituiscono la base per la dichiarazione di sostenibilità. In questo modo, l’analisi si traduce in un vantaggio competitivo concreto, capace di coniugare performance aziendale e responsabilità sociale.
Gli standard di riferimento: focus sui GRI Standards
I GRI Standards (Global Reporting Initiative) rappresentano il framework internazionale più diffuso per la rendicontazione di sostenibilità e sono stati per anni il principale punto di riferimento per le imprese, in Italia e nel mondo, nella redazione dei bilanci ESG. La loro ampia diffusione è legata anche al fatto che i report redatti secondo i GRI possono essere sottoposti ad audit da società di revisione, aumentando così la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni pubblicate. Questo rende i GRI uno strumento essenziale per la rendicontazione non finanziaria, garantendo comparabilità tra aziende e settori e fornendo agli stakeholder dati chiari e confrontabili.
Negli ultimi anni, il quadro normativo europeo ha introdotto importanti novità: la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) ha ampliato in modo significativo la platea di imprese obbligate a redigere il bilancio di sostenibilità (da circa 10.000 a oltre 50.000 aziende in Europa), introducendo i nuovi ESRS (European Sustainability Reporting Standards) come riferimento normativo dal 2024. Questi standard si fondano sul principio di doppia materialità, che considera sia gli impatti dell’impresa su persone e ambiente, sia i rischi e le opportunità che le questioni ESG possono generare sul piano finanziario. Un aggiornamento del 2025 ha inoltre concesso due anni aggiuntivi alle imprese che non avevano ancora iniziato a rendicontare per adeguarsi alla CSRD.
Nonostante l’evoluzione normativa, i GRI mantengono un ruolo chiave: restano infatti lo standard più utilizzato a livello globale e costituiscono una base metodologica utile anche in combinazione con gli ESRS. Le aziende possono applicarli in due modalità operative:
- With reference: più semplice e adatta ai primi report, consente di scegliere gli indicatori da rendicontare, purché sia pubblicato l’indice dei contenuti GRI e dichiarata la modalità di utilizzo. Indicatori come consumo energetico (GRI 302-1), prelievo idrico (GRI 303-3), emissioni Scope 1 e 2 (GRI 305-1 e 305-2), diversità e pari opportunità (GRI 405-1) e coinvolgimento delle comunità locali (GRI 413-1) sono tra i più diffusi.
- In accordance: più completa e stringente, richiede la rendicontazione di tutti gli indicatori obbligatori previsti e di quelli legati ai temi materiali emersi dall’analisi di materialità. In questa modalità, ogni tema rilevante deve essere collegato ad almeno un indicatore GRI, rendendo il processo più robusto e strategico. Inoltre, per settori specifici come oil & gas, carbone e agricoltura, sono disponibili standard GRI dedicati che introducono indicatori obbligatori di settore.
Grazie a queste caratteristiche, i GRI non sono solo uno strumento tecnico di rendicontazione, ma anche una leva strategica per guidare le aziende verso modelli di business sempre più trasparenti, comparabili e orientati alla sostenibilità.
Coinvolgere gli stakeholder nel materiality assessment
Il coinvolgimento degli stakeholder è un passaggio centrale nel processo di analisi di materialità, perché garantisce credibilità, completezza e trasparenza. Ascoltare attivamente le parti interessate significa raccogliere informazioni preziose per identificare i temi ESG più rilevanti e costruire una strategia di sostenibilità realmente condivisa. Non si tratta solo di una fase preliminare alla rendicontazione, ma di un vero e proprio canale di comunicazione continua che rafforza il legame con clienti, fornitori, investitori e comunità locali.
Gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) non impongono un modello unico di stakeholder engagement, ma ne riconoscono il ruolo come strumento fondamentale per supportare la diligence aziendale e la valutazione di materialità. L’engagement contribuisce infatti a identificare e valutare la gravità, la probabilità e gli orizzonti temporali degli impatti, assicurando la completezza dei temi individuati. Le imprese possono inoltre dare priorità a specifiche categorie di stakeholder in base alla rilevanza delle loro preoccupazioni, mantenendo però una visione ampia che includa anche i cosiddetti stakeholder silenziosi, come la natura. In questo caso, sono i dati scientifici, gli studi ambientali e le ONG a fornire una voce a chi non può esprimersi direttamente, garantendo che anche gli impatti sugli ecosistemi e sulle risorse naturali siano correttamente rappresentati.
Gli strumenti per coinvolgere gli stakeholder possono essere diversi: survey, interviste, workshop e focus group permettono di raccogliere dati, validare ipotesi e generare un dialogo costruttivo. I benefici sono molteplici: dal consolidamento della fiducia con le diverse categorie di stakeholder, al miglioramento della reputazione aziendale, fino alla creazione di una base più solida per la rendicontazione ESG. Infine, i risultati del materiality assessment non restano confinati a un documento tecnico, ma possono diventare messaggi chiari e concreti di comunicazione aziendale, utili a dimostrare l’impegno verso la sostenibilità, rafforzare la brand reputation e influenzare positivamente le decisioni di investitori e partner strategici.
I vantaggi dell’analisi di materialità per le aziende
L’analisi di materialità non è soltanto un adempimento normativo, ma uno strumento strategico che consente alle imprese di orientare le proprie scelte con maggiore consapevolezza. Grazie al materiality assessment, un’organizzazione può comprendere se produce impatti significativi sul piano economico, sociale o ambientale e valutare quanto questi influiscano sulle decisioni e sulle percezioni degli stakeholder. Questo permette di definire in modo chiaro le priorità di investimento, il grado di coinvolgimento delle parti interessate, la gestione dei rischi ESG e perfino il livello di sponsorship a livello esecutivo.
I vantaggi sono concreti. La materialità:
- aiuta a guidare le strategie aziendali e gli investimenti, identificando le aree su cui concentrare risorse e innovazione;
- consente di anticipare e gestire i rischi legati a fattori ambientali, sociali e di governance;
- rafforza la reputazione aziendale, dimostrando trasparenza e impegno verso la sostenibilità;
- migliora la credibilità sul mercato, offrendo agli stakeholder informazioni chiare e verificabili.
Non si tratta di uno strumento riservato alle grandi aziende: anche le PMI possono trarne beneficio. Un approccio strutturato alla sostenibilità, infatti, aiuta le realtà più piccole a differenziarsi, consolidare i rapporti con clienti e partner e rafforzare la propria resilienza in un contesto competitivo sempre più esigente. In questo senso, l’analisi di materialità si afferma come una leva fondamentale non solo per rispettare i requisiti normativi, ma soprattutto per creare valore sostenibile e duraturo. Integrare l’analisi di materialità all’interno della governance aziendale significa compiere un passo decisivo verso un modello di business più sostenibile, trasparente e resiliente. Il materiality assessment non è solo un esercizio di rendicontazione, ma un vero e proprio strumento di innovazione strategica: consente di orientare le scelte di investimento, migliorare la gestione dei rischi ESG, rafforzare la reputazione e costruire un dialogo credibile con stakeholder e mercato.
Per accompagnare le imprese lungo questo percorso, BI-REX mette a disposizione un ecosistema integrato di competenze, servizi e metodologie, con l’obiettivo di trasformare l’analisi di sostenibilità in azioni misurabili e a valore aggiunto. Il supporto offerto comprende:
- Programmi di formazione specialistica per sviluppare competenze in materia di sostenibilità, ESG e reporting;
- Assessment personalizzati per valutare il livello di maturità aziendale e identificare le priorità di intervento;
- Progetti su misura per guidare le imprese nell’adozione di metodologie strutturate e nell’implementazione della matrice di materialità.
In un contesto in cui la sostenibilità rappresenta sempre più un fattore chiave di competitività, l’analisi di materialità si afferma come una leva concreta per guidare il cambiamento e costruire valore nel lungo periodo. Contattaci per scoprire come implementare l’analisi di materialità nella tua azienda e sviluppare competenze strategiche per guidare il cambiamento.
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