Negli ultimi anni, la crescente pressione verso la trasformazione digitale ha reso evidente alle aziende l’esigenza di sviluppare soluzioni IT e di automazione in tempi sempre più rapidi. L’accelerazione tecnologica e la necessità di rispondere con agilità alle sfide del mercato hanno spinto le imprese a cercare strumenti capaci di ridurre la complessità dello sviluppo software e di rendere più accessibili le competenze digitali.
In questo scenario emergono le piattaforme low-code e le piattaforme no-code, tecnologie che stanno rivoluzionando il modo di progettare e distribuire applicazioni aziendali. Grazie a interfacce intuitive e alla logica dell’automazione no code, queste soluzioni consentono agli sviluppatori e agli utenti di business di partecipare attivamente alla creazione di applicazioni, favorendo velocità, collaborazione e innovazione diffusa.
In questo articolo approfondiremo cosa sono le piattaforme low-code e no-code, quali vantaggi offrono alle imprese in termini di agilità e coinvolgimento, e come stanno democratizzando lo sviluppo software, aprendo nuove opportunità nei mercati globali.
Cosa sono le piattaforme low-code e no-code?
Le piattaforme low-code e no-code rappresentano un approccio rivoluzionario allo sviluppo software, capace di ridurre drasticamente la complessità tecnica e accelerare i tempi di rilascio delle applicazioni aziendali. Entrambe si basano su interfacce visuali intuitive (logiche drag-and-drop) e componenti preconfigurati che consentono di creare soluzioni digitali senza scrivere migliaia di righe di codice.
Il termine low-code indica piattaforme che richiedono un apporto minimo di codifica manuale. Sono pensate per sviluppatori e utenti semi-tecnici interessati a creare applicazioni personalizzate, combinando elementi visivi e script di codice. Offrono quindi maggiore flessibilità e possibilità di personalizzazione, rendendole ideali per progetti complessi, che richiedono integrazioni avanzate. Le piattaforme no-code, invece, eliminano completamente la necessità di scrivere codice, basandosi esclusivamente su strumenti visuali. Si rivolgono principalmente agli utenti di business, anche privi di competenze di programmazione, consentendo di sviluppare applicazioni standard in modo rapido e guidato. L’approccio no-code garantisce semplicità e immediatezza, ma con una minore flessibilità rispetto al low-code. Un’immagine efficace per spiegare la differenza è quella dei blocchi di costruzione: con il low-code si possono assemblare i blocchi già pronti aggiungendo qualche pezzo su misura, mentre con il no-code ci si limita a incastrare i blocchi predefiniti senza possibilità di modificarli. In entrambi i casi, l’effetto è lo stesso: abbattere le barriere d’ingresso nello sviluppo software e rendere la creazione di soluzioni digitali accessibile a un pubblico più ampio.
Questa trasformazione segna un passo decisivo verso la democratizzazione dello sviluppo software. In questo contesto, non solo gli specialisti IT, ma anche team di business e professionisti con competenze tecniche di base, diventano fautori dell’innovazione, contribuendo in prima persona a progetti di digitalizzazione, automazione e innovazione aziendale.
Come funzionano le piattaforme low-code e no-code?
Lo sviluppo tradizionale delle applicazioni richiede professionisti altamente specializzati nella scrittura del codice, generando spesso lunghe attese nei reparti IT, soprattutto quando si accumulano richieste di nuove soluzioni o aggiornamenti. Le piattaforme low-code (LCDP) e no-code (NCDP) rappresentano, dunque, un’alternativa rivoluzionaria perché si basano su progettazione visuale, modelli preconfigurati e generazione automatica del codice. Questo rende la creazione di applicazioni accessibile anche a chi non possiede competenze tecniche avanzate. In questo modo gli utenti di business, forti della loro conoscenza dei processi interni, possono diventare veri e propri citizen developer (dipendenti non IT, con sede in un reparto funzionale, in grado di creare e personalizzare applicazioni software e automatizzare i processi aziendali utilizzando piattaforme low-code o no-code) collaborando sullo stesso piano degli sviluppatori esperti.
Il funzionamento di queste piattaforme si articola in passaggi chiari e intuitivi:
- Definizione delle esigenze e degli obiettivi: ogni progetto inizia dall’analisi del problema da risolvere, degli utenti finali e dei dati necessari per il corretto funzionamento dell’applicazione.
- Progettazione dei workflow: attraverso strumenti di Business process management (BPM) integrati, è possibile modellare processi e moduli come entità indipendenti, sia per la raccolta di dati che per l’attivazione di azioni specifiche, combinandole tra loro per ottenere la soluzione desiderata.
- Test e rilascio: con pochi clic la piattaforma gestisce le complessità back-end e consente agli utenti e ai team IT di validare e distribuire rapidamente l’applicazione.
Grazie a questo approccio, lo sviluppo passa da mesi a poche settimane o giorni, garantendo maggiore velocità, agilità nella modifica dei processi, riduzione del time-to-market e una minore dipendenza esclusiva dall’IT. Un ulteriore vantaggio è l’integrazione di funzionalità di automazione no-code, che permettono di digitalizzare attività ripetitive in modo rapido e scalabile.
Low-code e no-code: vantaggi per le aziende
L’automazione no-code non è soltanto una scelta tecnologica, ma rappresenta una leva strategica per favorire innovazione digitale a tutti i livelli dell’organizzazione. Per le aziende, il primo beneficio concreto è una maggiore agilità organizzativa: grazie a interfacce intuitive, componenti preconfigurati e workflow automatizzati, è, infatti, possibile sviluppare applicazioni personalizzate in tempi ridotti e con minore dipendenza dalle risorse IT. Inoltre la possibilità di sperimentare soluzioni innovative con costi contenuti consente di testare nuove idee e migliorare processi senza impegnare grandi investimenti, creando un ambiente più flessibile e orientato all’innovazione continua. Un ulteriore valore aggiunto risiede nel coinvolgimento diretto degli utenti di business nello sviluppo: chi conosce a fondo i processi può diventare parte attiva nella creazione di strumenti digitali, aumentando la resilienza aziendale e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. In un contesto in cui velocità e competitività sono fattori critici, le piattaforme LCNC permettono di mantenere aggiornate applicazioni e workflow, migliorare la customer experience e garantire maggiore sicurezza e controllo sui dati sensibili.
I benefici non si limitano alle imprese: anche i professionisti traggono vantaggi significativi dall’utilizzo di questi strumenti. Le piattaforme low-code e no-code aprono nuove opportunità di crescita, offrendo la possibilità di acquisire competenze digitali sempre più richieste e di posizionarsi in ruoli ibridi, a metà strada tra il business e l’IT. Il fenomeno del citizen development, infatti, sta trasformando manager, analisti e specialisti di processo in veri e propri co-creatori di soluzioni digitali, ampliando le prospettive di carriera e rafforzando le capacità strategiche legate all’innovazione. In questo modo, queste piattaforme innovative contribuiranno sempre più a formare una nuova generazione di professionisti capaci di guidare la trasformazione digitale dall’interno delle organizzazioni.
Casi d’uso e applicazioni pratiche delle piattaforme LCNC
Le piattaforme low-code no-code trovano applicazione in molteplici contesti aziendali, contribuendo a velocizzare processi e a ridurre i tempi di sviluppo. Ecco i principali casi d’uso:
- Automazione dei processi interni: questi strumenti vengono impiegati per la gestione digitale delle richieste di ferie e permessi in ambito HR, la creazione di workflow per l’onboarding dei dipendenti, in sistemi di approvazione spese in area finance e per l’ottimizzazione dei flussi di ordini e forniture nella supply chain.
- Sviluppo di applicazioni personalizzate per i clienti: le aree di applicazioni sono molteplici, dai portali self-service e strumenti di prenotazione, a configuratori di prodotto o app dedicate, realizzate senza attendere lunghi cicli di sviluppo tradizionale.
- Integrazione con sistemi ERP e CRM: le piattaforme low-code e no-code possono essere impiegate per la creazione di interfacce e moduli aggiuntivi che connettono rapidamente dati e processi aziendali, evitando di modificare in modo invasivo le infrastrutture esistenti.
- Miglioramento della customer experience: in azienda vengono impiegati per lo sviluppo di app mobile per il supporto post-vendita, chatbot intelligenti e assistenza clienti o dashboard interattive che consentono agli utenti di monitorare servizi e prodotti in tempo reale.
Piattaforme low-code e no-code: acceleratori della trasformazione digitale
Nel contesto dell’innovazione e della Transizione 5.0, le piattaforme low-code e no-code si affermano come strumenti strategici per ridurre le complessità dello sviluppo software e favorire l’innovazione digitale. Grazie alla possibilità di creare applicazioni rapide e personalizzate, queste tecnologie consentono alle aziende di velocizzare i processi, migliorare la customer experience e rendere più inclusivo il percorso di digitalizzazione, abbattendo le barriere tra team IT e reparti di business.
In un mercato caratterizzato da cambiamenti costanti, adottare soluzioni LCNC significa poter innovare in tempi ridotti, con il contributo non solo degli sviluppatori, ma anche dei citizen developer.
In questo scenario, BI-REX affianca le imprese attraverso percorsi formativi mirati e consulenza personalizzata, aiutando manager e imprenditori a comprendere come integrare al meglio le piattaforme low-code e no-code all’interno della propria realtà.
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